Che lavoro fate? Vi piace?

Le applicazioni diagnostiche e terapeutiche della medicina nucleare dipendono in gran parte dall'uso del ciclotrone (un tipo di acceleratore), ma la situazione è più complessa. In estrema sintesi il medico nucleare inietta molecole radioattive (i radiofarmaci) che vanno a bersaglio per via delle loro proprietà e da lì (nel caso delle applicazioni terapeutiche) distruggono le cellule nelle immediate vicinanze (qualche mm). Non abbiamo bisogno di attraversare l'organismo come i radioterapisti, ma paghiamo lo scotto di non poter fare arrivare sempre le radiazioni dove vogliamo in quanto le cellule bersaglio devono avere un profilo recettoriale favorevole. Diciamo che, quando possibile, la terapia radiometabolica è meno dannosa della radioterapia esterna in quanto mirata alle cellule e non ad un distretto anatomico. Mi sono spiegato almeno decentemente?

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