Il lavoro bisogna inventarselo nel senso che, secondo il World Economic Forum, il 65% dei bambini che oggi frequentano la scuola svolgerà tra 10 anni un lavoro che ancora deve essere inventato.

Tradotto: la formazione tradizionale è obsoleta, incentivate i ragazzi a studiare cose moderne come robotica e STEM, con un pizzico di umanesimo creativo, da autodidatta. Ahimè oggi ciò vuol dire pagare corsi privati o farli seguire da fratelli più grandi (se ce l’hanno), perché non esiste formazione del genere coperta da fondi pubblici. Preferiamo investire il 16% del PIL in pensioni e solo il 4% in istruzione.

Anche io rientro in questa statistica e ho 28 anni. Il mio lavoro attuale, quello di psicologo digitale e divulgatore scientifico sui social, non era nemmeno concepito nei programmi scolastici e universitari. L’ho dovuto inventare io insieme ad altri colleghi, sviluppando una serie di competenze di programmazione, editing video-grafico e social media management che nessuno ci ha mai insegnato alla scuola e università pubblica.

Le ho imparate da solo da autodidatta, ma solo perché ho avuto una famiglia povera ma lungimirante, che mi ha dato fiducia nel mio progetto invece di mandarmi a lavorare a 18 anni come si è soliti fare.

Se 10 anni fa io ero un’eccezione tra i miei coetanei, tra 10 anni sarà la norma. La maggior parte dei 18enni farà un lavoro che oggi ancora deve essere inventato. Alcuni esempi: - Designer di avatar e abbigliamento del Multiverso (realtà aumentata); - Cyberpsicologo (una sorta di programmatore-terapeuta di intelligenze artificiali umanoidi) - Pasticciere canino (la maggior parte delle coppie di oggi non avrà figli, ma animali domestici); - Archivista di ricordi digitali; - Autista di camion guidati a distanza con realtà virtuale; - Stampatore 3D; - Costruttore di case con stampa 3D;