Transcreare un nuovo tipo di umorismo: il caso di Daniele Luttazzi

Quelle di Luttazzi sono tecniche intertestuali legittime, non plagi.

innanzitutto le tecniche interstestuali legittime, sono quelle all'interno di un corpo di testo coeso. Luttazzi nei suoi spettacoli e nei suo "libri" racconta barzellette, scrive battute, etc. e di punto in bianco di tanto in tanto, ci piazza le battute tradotte di altri autori per poi tornare a metterci le sue. Non ha inserito rimandi che richiedano la partecipazione attiva del lettore per costruire il senso, ne si tratta di allusioni, ma traduzioni letterali di brani altrui.

“Le citazioni vanno sempre dichiarate.” Falso. Nell’arte, le citazioni sono una strizzatina d’occhio ai fan, specie quando sono di autori celebri e inserite in un altro contesto che le reinterpreta

non sono citazioni le sue, sono fotocopie di brani altrui inserite di punto in bianco senza soluzione di continuità all'interno di testi comici che lui firma a suo nome. una citazion è "la falce e il martello per simboleggiare la liberazione delle masse oppresse è l'equivalente della sedia elettrica e gesu di bruce" (o qualcosa di simile per intenderci).

Prendere il brano di bruce/carlin e tradurlo è null'altro che copiarlo senza dare credito, soprattutto visto che quando carlin la rifà in america il pubblico ha le "competenze" di cui sproloquia luttazzi per riconoscere il brano popolare, in Italia no.

"Io, un Dario Fo che sale sul palco e strizza l’occhio a coloro che tra il pubblico sono in grado di cogliere i brani ricontestualizzati di autori lombardi della commedia dell’arte non riesco proprio a immaginarmelo

perchè il repubblichino rastrellatore dario fo attinge da una letteratura sconfinata e in gran parte "dimenticata", e la ripropone al pubblco, senza contare che parlare di autorialità nel caso della commedia dell'arte è parecchio opinabile e già di per se stesso scorretto. anche l'esempio di tarantino è sballato, perchè la battuta che luttazzi traduce letteralmente è un testo che si apre e si chiude nello spazio della battuta, auto sufficiente a se stesso, quando tarantino in un film prende un inquadratura, compie un'operazione intertestuale legittima perchè la costruzione di senso dell'opera non dipende dalla citazione di quella scena per essere di senso. Aggiunge invece qualcosa nel caso di uno spettatore competente perchè questo sarà in grado di capire il rimando all'opera x cui tarantino in questo caso sì rende omaggio.

l'articolo è pseudoaccademico perchè parte da un caso di plagio, e sposta il discorso sul significato di traduzione, operazione tanto zoppicante che l'unica battuta di luttazzi sulla quale possa dire qualcosa senza riaffermare il plagio, è quella "vuole i tuoi soldi/otto per mille". peccato che otto per mille attualizzi semplicemente alla situazione italiana ma non aggiunge nulla ne in termine di senso ne critica sociale come invece pretende quell'articoletto sconsclusionato. E' pieno di tautologie e parte da premesse che non dimostra, cioè è carta straccia.

Sono molto d'accordo con l'"analisi" di wu ming, soprattutto nel concetto popolare del ruolo del web come di macchina ammazzacattivi (grillo anyone') :

"Occorre precisare: reo non tanto di aver copiato, quanto di averlo fatto in modo ambiguo e di avere più volte eluso la questione, reagendo con vittimismo, spocchia e aggressività, conducendo una disgraziata “guerriglia” sul web e gridando a imprecisati complotti. Dire che Luttazzi ha sbagliato non può essere la conclusione, ma l’apertura di un discorso più vasto. La malafede, parola usata da molti, non è spiegazione sufficiente. Non ci soddisfa dire che uno “è in malafede”, vorremmo sapere da cosa nasce la malafede, perché ha preso quella forma e non altre. Sono in gioco pulsioni profonde. Ipotizziamo che, all’inizio, Luttazzi intendesse omaggiare i suoi idoli comici, poi sia entrato in un vortice che ha cambiato la natura di quei “prestiti”. Luttazzi è a sua volta un fan, e i fan si riappropriano della cultura che amano. Solo che non ci fanno soldi sopra, e soprattutto non impugnano il copyright per impedire ad altri di fare quel che han fatto loro. (...) Forse la sua è pulsione di morte. Ha chiesto alla Rete di essere sbranato, la Rete esaudisce il desiderio. E forse i desideri erano tre: 1) voglio far ridere; 2) voglio far ridere come gli americani; 3) voglio morire. Forse l’ignominia è una forma di gloria. Forse è il finale che, inconsciamente, si era preparato da tempo."

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