Vincitori e vinti (e chi se la gioca) del 2014

Va-va-vum

Francesco Bonazzi per Dagospia

VINCITORI 2014

ROBERTO BENIGNI Oltre 10 milioni di spettatori, 38% di share e terzo spettacolo più seguito dell’anno dopo Sanremo e Italia-Uruguay di calcio. Il comico toscano con i suoi “Dieci comandamenti” ha ridato un senso al concetto di “servizio pubblico” e ha pure incassato l’applauso papale. Di più non era possibile sognare, a parte una telefonata in diretta di Bergoglio.

RAFFAELE CANTONE Nominato da Renzi zar dell’Anticorruzione, il magistrato napoletano è la faccia feroce del governo contro mazzette e appalti tarocchi. Vigila praticamente su tutto, dall’Expo al Mose, passando per Mafia Capitale. E’ stato l’incubo della camorra e oggi si gode una meritata vetrina. Ha anche compiuto i cinquant’anni che lo rendono eleggibile per il Colle. I grillini lo sanno e ci stanno già facendo un pensierino.

BERNARDO CAPROTTI Per l’ufficio studi di Mediobanca, Esselunga vince nel 2013 la battaglia della redditività e dell’efficienza nel comparto della grande distribuzione. E a 89 primavere, Bernardo Caprotti si regala una seconda edizione del suo “Falce & Carrello” sulle odiate Coop, oltre a un nuovo rimpasto di manager ai vertici del suo gruppo. Salute!

LUIGI DI MAIO “Io imparo sempre da Di Maio, anche quando sta zitto”, ha detto una volta Beppe Grillo in un’intervista. Adesso il giovanissimo (28 anni) vicepresidente della Camera guida il direttorio a cinque del Movimento Cinque Stelle e per molti è il vero erede del comico genovese. Intanto, ha totale licenza di tv, che nel movimento non è roba da poco. poletti martina padoan orlando gentiloni

PAOLO GENTILONI L’ex braccio destro di Francesco Rutelli ha vinto la lotteria di Capodanno con due mesi d’anticipo. Dalla commissione Esteri è finito alla Farnesina e adesso c’è pure chi lo inserisce tra i “quirinabili”. Non ha nemici e non ha scheletri negli armadi: non è mica poco.

MARIO GRECO Il Manager napoletano che guida le Generali dal 2012 si avvia a centrare un Roe operativo al 13% per il 2014. La politica delle dismissioni di partecipazioni non più strategiche va avanti, con l’uscita dal capitale di Intesa Sanpaolo e l’addio, entro la prossima primavera, a Telecom Italia. Risultati notevoli per un gruppo che ha avuto il coraggio di restare italiano.

ANDREA GUERRA Tra buonuscita, stock option e patto di non concorrenza, l’ex manager di Luxottica si è portato via la bellezza di 45 milioni. E alle sue spalle ha lasciato un discreto casino. Adesso è consigliere personale dell’amico Renzi per le politiche industriali e a 49 anni ha di fronte una brillante “second life”. La sua fortuna è stata non fare il ministro: si sarebbe trovato in una compagnia un po’ così e avrebbe molta meno libertà di manovra.

LUCA LOTTI Il suo amico Matteo divora collaboratori e li spreme come limoni, vedi Delrio. Ma Lotti ha una tempra tutta sua e dopo quasi un anno di governo è il vero braccio destro di Renzi. Palazzo Chigi è quasi completamente nelle sue mani. Il tutto a soli 32 anni.

SERGIO MARCHIONNE Ai dieci anni dal suo arrivo ai vertici Fiat, si può dire che il figlio del carabiniere Concezio abbia concluso la sua missione: la Fiat non è più italiana. Oggi fa parte di un grande gruppo con Chrysler, quotato a Wall Street, con sede in Olanda e domicilio fiscale in Gran Bretagna. In autunno si è anche liberato di Luca Cordero di Montezemolo ai vertici di Ferrari, prendendone il posto. Marpionne è diventato uno dei più grandi sponsor di Renzie e nel 2015 quoterà Ferrari. Un successo annunciato, specie per la famiglia Elkann.

FEDERICA MOGHERINI Premio Forrest Gump 2014. Dopo essere stata scelta con notevole fantasia per la poltrona di ministro degli Esteri, l’ex galoppina-sgobbona di Fassino diventa Lady Pesc, nonostante Renzie abbia giocato la partita con scarsa diplomazia. Avendo solo 41 anni, abbiamo il problema di garantirle un’adeguata carriera per i prossimi trent’anni.

MATTEO RENZI. Pittibimbo è diventato premier a 39 anni, il più giovane della storia della Repubblica, dopo aver accoltellato Enrico Letta con una perfetta manovra di partito. Tra slide e annunci vari è riuscito a stordire un’intera nazione, che non vedeva l’ora di consegnarsi a una figura nuova. Alle elezioni europee di maggio ha portato il Pd oltre il 40%. Da allora ha perso consensi nei sondaggi e la scarsa sostanza del suo governo, composto di personaggi scelti per non fargli ombra, è divenuta sempre più chiara. L’Europa lo aspetta al varco e il presidente Juncker lo bracca sui conti, ma lui è pronto a rovesciare il tavolo con il ricorso alle urne anticipate. Il suo battesimo del fuoco sarà l’elezione del nuovo capo dello Stato. In ogni caso, nel 2014 ha sbaragliato tutti. renzi su chi e salvini su oggi

MATTEO SALVINI Ha preso in mano le redini di quel poco che restava della Lega il 15 dicembre 2013. In un solo anno ha fatto dimenticare Bossi e Belsito e l’ha portata nei sondaggi a scavalcare Forza Italia, riposizionando il partito come una sorta di Front National italiano e diventando l’uomo forte della destra italiana. Nei sondaggi si piazza ormai stabilmente alle spalle di Renzie e si candida a esserne lo sfidante più pericoloso. Ha dimostrato di avere intuito e strategia, nonostante da consigliere comunale di Milano passasse per essere un semplice provocatore.

DENIS VERDINI Dato per finito una volta al mese, inseguito dalle Procure di mezza Italia e con gran parte della corte di Arcore che ne sogna la caduta, l’ex commerciante di carni toscano resta un punto fermo sull’asse Berlusconi-Renzie. Il premier si fiderebbe di lui anche se lo processassero per strage e questo rende la sua posizione più salda che mai. Custode del patto del Nazareno, Verdini sarà uno dei protagonisti anche delle trattative per il Colle.


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