Cose estere importanti:
Ucraina: si è raggiunto qualche giorno fa un accordo sul cessate il fuoco tra il governo regolare di Kiev e gli indipendentisti filo-russi. Entrato in vigore stanotte, vediamo se tiene, molti pensano di no. Non si sa cosa fare dopo ed è possibile che si ritorni a combattere con la stessa intensità precedente.
IS-Libia: stabili in Iraq e Siria. In Libia, alcune milizie che si rifanno all'IS hanno conquistato alcune aree ad est del paese, conquistando le città di Derna e Sirte, rendendo così la Libia, già disastrata, in un'ulteriore instabilità politica. (Ed è qui la causa alla radice dell'arrivo dei barconi verso l'Italia). Il Ministro degli Esteri Gentiloni ha detto che l'Italia sarebbe pronta a guidare una missione militare internazionale se sotto l'egida dell'ONU.
Yemen: A inizio di febbraio c'è stato un golpe per mano di un gruppo di ribelli sciiti. La situazione è instabile e nell'ultima settimana c'è stato un radicale aumento della violenza e i golpisti hanno preso più saldamente il controllo dello Stato. L'Italia ha deciso di ritirare il proprio corpo diplomatico da San'a.
Nigeria: negli ultimi mesi il paese è stato flagellato con costanza da Boko Haram, gruppo terroristico brutale di matrice jihadista. Negli scorsi giorni ha compiuto i primi attacchi anche in Ciad.
Grecia: qualche settimana fa ci sono state le elezioni, che sono state vinte da Syriza e il suo leader Alex Tsipras è diventato Primo Ministro. Il cuore del proprio programma sono le rinegoziazioni con la troika (FMI, Commissione Europea e BCE) sul debito pubblico. Per ora non ci sono ancora stati passi in avanti su questa tematica.
Argentina: il procuratore Alberto Nisman è stato trovato ucciso nella propria abitazione con un colpo di pistola, proprio il giorno prima alla data in cui avrebbe dovuto presentare le prove dell'insabbiamento delle responsabilità dell'Iran per un attentato nel 1994 per mano dell'attuale presidentessa Kirchner. La presidentessa ha fatto la gnorri e ha sciolto i vertici dei servizi segreti e la popolazione non l'ha presa bene.
Venezuela: la tensione sociale è sempre più palpabile e rischia di escalare in violenza ed è il risultato delle penurie di beni di prima necessità e all'inflazione galoppante che ha caratterizzato il paese negli ultimi anni e sta toccando l'apice in questo periodo. Il cibo è razionato, mancano beni (tipo la carta igienica) e i prezzi salgono in continuazione. Inoltre l'abbassamento del costo del petrolio rende la situazione ancora più difficile, dato che la fragile economia venezuelana si basa quasi interamente sulla sua esportazione.