Caffè Italia * 04/11/20

SFOGO PER LA POSTA DEL CUORE (sarà lungo, scrollate pure oltre)

Io convivo con il mio fidanzato. Siamo felici, io lo amo tantissimo e adoro passare tempo insieme a lui. Non ho MAI pensato di tradirlo e ho sempre stroncato sul nascere le varie avances che mi faceva la gente.

Comunque, inizio a partecipare a questo progetto della mia università. Siamo un gruppo molto eterogeneo, provenienti da facoltà e anni diversi. Lavoriamo bene insieme e ci divertiamo molto. Vedendosi tutti spesso si diventa molto affiatati. Alla fine i vari sottogruppi del progetto vengono rimescolati e io finisco insieme a questi due ragazzi con cui ancora non avevo lavorato. Uno si assenta per qualche settimana per suoi motivi familiari, così io e Deboroh ( chiamiamolo così, dai) finiamo a lavorare tutti i giorni da soli.

Ci troviamo benissimo. Lavoriamo una meraviglia insieme e scopriamo di avere un sacco di cose in comune. Ridiamo come dei pazzi la maggior parte del tempo ma portiamo a casa un lavoro con i fiocchi. Ci becchiamo complimenti di tutor e professori che ci dicono che dovremmo continuare a lavorare insieme anche fuori da questo contesto "protetto".

 Deboroh mi chiama "la sua musa" con i colleghi (che iniziano a fare anche qualche battuta). Io e lui ci aspettiamo a vicenda finite le lezioni per fumare insieme. Tutto in maniera sempre molto "amicale", anche perché siamo entrambi fidanzati e innamorati dei propri partner.

Però. Però. Però. L'aria é sempre elettrica. Anche se non ci sfioriamo nemmeno. Allora io cerco sempre di portarmi dietro qualcuno, stare in posti con tanta gente per evitare di rimanere sola con lui.

Deboroh é alto (tanto!), bellissimo, per nulla scemo e appena laureato. Io ho qualche anno più di lui e la sua fidanzata la mia stessa età. Una volta per sbaglio mi chiama con il nome di lei, con imbarazzo di entrambi. La sua fidanzata rimane incinta. (PD!!)

Arriva il lockdown, chiudiamo tutto. Lui inizia a lavorare come un matto per cercare di sistemarsi, io torno alla mia routine. Facciamo lezione online, ma Deboroh quasi mai può partecipare. Invece di scrivere ai tutor o nel gruppo che abbiamo tutti insieme, scrive a me. Mi chiede di mandargli materiali, sentire gente, mi telefona pure alcune volte finito il lavoro. Sempre per parlare dell'uni, chiaro. Dice che appena si potrà uscire vuole che ci vediamo almeno una volta a settimana per lavorare insieme. Dice che verrà lui dalle mie parti. Io gli dico di non preoccuparsi, che lavoriamo da casa, di stare con sua figlia e che forse lui ora ha altro per la testa. Lui insiste.

Deboroh guarda immediatamente tutte le mie storie su IG e quasi sempre mi scrive qualcosa. Io cerco di non visualizzare le sue, di rispondergli dopo ore, se non giorni. Ma lui riesce sempre a sciogliermi un po'. Tutte le volte mi ritrovo comunque a civettare in una maniera che odio e a sperare che mi scriva ancora. Pubblico una storia di merda solo per sperare che la veda lui. Sono un'idiota.

Estate. Ci vediamo ad una laurea. Lui si macina parecchi km in macchina per rimanere solo un paio d'ore e parla praticamente solo con me. Ci allontaniamo per fumare, lui mi propone di sederci su una panchina vicina mentre io chiedo di continuare a camminare. Non ho voglia che i colleghi pensino che ci appartiamo. Facciamo trentordici volte il giro del giardino del ristorante, un po' stonatelli. Non succede niente, ovviamente. Ma io lo vedo come mi guarda. Come cerca di prendere tempo prima di tornare insieme agli altri. Mi dice che ha trovato qualcuno disposto a sovvenzionare il progetto che stavamo portando avanti e che vuole continuare a lavorarci.

Io gli dico, sì, certo. Volentieri. Però trovo sempre scuse ed impegni per non vederci. Se ci vediamo da soli ho paura potremmo fare cose di cui ci pentiremo entrambi. Vista la situazione Covid attuale propongo di lavorare da remoto. E certo che per lui va bene, ma vorrebbe anche vedermi.

Anche se di fatto sono tutti solo castelli in aria, io mi sento una merda. Lui soprattutto è in questa situazione familiare assurda e penso che forse cerchi una valvola di sfogo. Poi ho sempre il dubbio che io mi stia facendo un viaggio assurdo e mi sia presa una gran cotta e che per lui noi siamo amici che lavora bene insieme. (ma non credo).

Grazie al Covid non ci vedremo comunque per un bel po', ma il problema é solo rimandato. Se lavoriamo insieme prima o poi dovremo vederci.

Vorrei continuare a lavorare con lui, ma non voglio continuare a lavorare con lui. Voglio vederlo ma non voglio vederlo.

Cosa faccio, cara posta di Cioè? Seguo la zoccola assopita che ora scalpita nelle mie mutande o la parte razionale, no drama, che non vuole rovinare la vita di nessuno?

Certo che sceglierò la seconda. Ma dovevo raccontarlo a qualcuno, quindi chi meglio di qualche migliaio di estranei?

RIASSUNTO: io (fidanzata) e collega dell'uni (neogenitore) ci piacciamo molto, ma in maniera silenziosa. Dovremmo fare un lavoro insieme ma io temo che vedendoci da soli finiremmo a letto insieme o comunque per finire in una situazione imbarazzante di cui ci pentiremmo, finendo per rovinare l'amicizia e il rapporto di lavoro, odiandoci a vicenda e odiando noi stessi. Ditemi che sono un'idiota e devo smettere.

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