Io alle superiori avevo la macchinetta e mangiavo due sacchettini neri mini di m&ms ogni settimana circa.

Tranne una volta in cui trovammo il Sacro Graal di ogni ricreazione, una chiavetta con credito infinito. E svuotammo tutte le macchinette distribuendo a piene mani agli studenti bisognosi come novelli Robin Hood.

Tra l'altro ricordo bene quell'occasione, perché fu il bullo della scuola a trovarla insieme al suo scagnozzo e io li trovai ad armeggiare davanti alle macchinette a scoperta appena avvenuta. Mi spiegarono la situazione e io credevo che la naturale conclusione avrebbe visto loro godersi tutto il malloppo. Invece si girò lo scagnozzo, un lampo di luce gli attraversò gli occhi di ghiaccio, e mi disse: "tieni! Vuoi altro?" Ed io incredulo: "ma... non li tenete per voi?"

"Ma cosa dici! Toh mangia! Dai prendi!"

E da lì partì un circolo virtuoso mai visto, bulli e vittime, pupe e secchioni, musulmani e cristiani, di tutti i colori, integerrimi studenti con l'apparecchio lucidato dal maggiordomo e biscazzieri del brutale torneo scolastico di poker (quanti ne vidi tornare indietro con le tasche vuote e senza più merendine, avviliti di fronte alle macchinette a cercare di capire cosa potessero prendere con quei miseri 20 centesimi sopravvissuti a quella maledetta scala reale!), tutti uniti nell'esproprio proletario. E svuota, presto, pigia, lancia pacchetti tra la folla urlante, ragazze che ci lanciavano reggiseni, giubilo, estasi, chi giura di aver visto un Lion con le stimmate, Kit Kat con cinque barrette, ciechi che tornano a vedere, in un'orgia di merendine interrottasi solo quando il preside riuscì a farsi largo tra la folla.

Il finale fu decisamente educativo: tarallucci e vino per noi, paga la compagnia perché il difetto è della chiavetta.