Più difficile è riflettere sul fatto che i ricchi cattivi siamo noi. Noi intesi come il sistema economico creato dall'occidente, e la potenza militare che ne garantisce la continuata esistenza.

È altresì importante capire che il sistema economico in cui viviamo si nutre dei desideri e delle debolezze delle persone, spingendole ad agire contro i loro stessi interessi. Un sistema che promuove la competizione sin dall'ambito scolastico piuttosto che favorire la cooperazione verso un obiettivo comune. L'idea di poter farcela, di sfondare, di diventare ricchi - è tale e quale all'idea di poter vincere alla lotteria. I numeri sono davanti agli occhi di tutti: se l'1% controlla il 50% dei soldi in circolazione, cosa resta al 99% se non la speranza? Speranza che viene nutrita anche da una politica divisiva, dall'idea che se mi impegno IO ce la posso fare, tu pensa al fatto tuo. E così il 99% si mette a fare i lavori più degradanti, lavori che nonostante ciò tengono in piedi questo sistema senz'anima. Lavori come quello dell'operatore del Call Center che ti chiama da 3 anni a tutti gli orari, usando numeri di telefono completamente casuali che non puoi bloccare, nonostante tu abbia fatto di tutto per farti cancellare da ogni registro, per proporti un'opzione telefonica meno vantaggiosa di quella che hai già. Lavori che ti fanno odiare te stesso e il prossimo, finalizzati al consumismo puro, alla produzione eccessiva, all'ingannare il cliente; mai alla crescita personale.

E ne siamo talmente dentro (nell'Occidente) che la miseria degli altri non ci rattrista, ma ci consola perché la nostra situazione potrebbe essere molto peggiore. E così chiudiamo un occhio, e perpetuiamo il regno dei "brutti ricchi cattivi".